22 Mar Il ristorante concorrente funziona? Non copiarlo o sarai solo la sua brutta copia

ristorante identitàHai presente che cosa succede quando si parla delle “ultime tendenze della moda”? Succede che ci ritroviamo tutti vestiti uguali. Se gli stilisti più in voga decidono che la prossima stagione dovremo vestirci con abiti giallo limone, gli armadi di molti si riempiranno di vestiti color giallo limone. Anche se è un colore che sta bene a pochi e che non si sposa con il carattere di tutti.

Nella ristorazione capita non di rado lo stesso. Non ci sono stilisti e armadi di mezzo, ma le mode ci sono. Eccome se ci sono. Ed esistono ristoratori che le seguono ciecamente, a volte in maniera ingenua, a volte con un pizzico di malizia. In entrambi i casi, seguire le mode del momento e copiare i locali che funzionano è tremendamente sbagliato.

Ormai è una cosa che succede in automatico: se apre un nuovo locale che ha un’ambientazione particolare, che alla gente piace, si scatena la corsa alla copia. Spuntano come funghi ristoranti fotocopia, nuovi o sottoposti a un restyling mirato.

Ho come l’impressione che troppi ristoratori pensino che l’abito faccia il monaco e che il successo del ristorante di turno stia tutto nel modo in cui è arredato. L’idea è che, se ha funzionato per il loro concorrente, funzionerà anche per loro. Ma è un’idea che fa acqua da tutte le parti. Vediamo perché.

 

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Ti faccio un esempio così ci capiamo subito. Una delle tendenze più in voga negli ultimi anni è quella di arredare i locali con materiali di recupero. Un po’ in tutta Italia si sono diffusi bistrot, pizzerie e ristoranti che hanno scelto di servire la clientela in un ambiente con sedie e tavoli tutti diversi tra loro, lampadari fatti con ruote di biciclette e magari sedute esterne fatte di pallet e cassette in legno. Quanti ne hai visti così? Scommetto che ce n’è uno anche nella tua città. Che cos’è successo? Che l’ha fatto uno, è piaciuto e l’hanno fatto tutti. D’altronde un ambiente così è giovane, eco-friendly e moderno… Che vuoi che sia se c’è un locale identico a due chilometri di distanza?

Un altro esempio? I ristoranti con un arredamento total white. Tutto bianco: tavoli, sedie, tovaglie, lampade, complementi d’arredo… Anche in questo caso: quanti te ne vengono in mente? Non hai anche tu l’impressione che, come si dice, “visto uno visti tutti”? Eppure qualcosa di unico e di diverso dagli altri ce lo dovranno pur avere. Solo che, quando si ha di fronte un posto che è identico a un altro, si fa più fatica ad andar oltre e ci si ferma alla superficie.

È proprio questo il punto sul quale bisogna ragionare. Se ci intendiamo qui, poi è facile capire perché è sbagliato copiare il locale di turno che funziona. In due parole, copiare quello che fanno gli altri è sempre un errore madornale, perché facendo così annulli la tua personalità. Sai qual è il rischio più grande in tutto ciò? Che tu hai investito tempo e soldi per preparare un ristorante che secondo te ha tutte le carte in regola per fare breccia nel cuore delle persone e queste, alla fine della fiera, non si ricordino di te per quello che sei, ma per essere il ristorante che assomiglia a un altro.

Nella testa delle persone c’è spazio solo per il primo che ha fatto una determinata cosa. Essere secondi o ultimi è lo stesso. Il primo è l’originale, gli altri sono pallide fotocopie. Chi è il primo uomo ad aver camminato sulla luna? Neil Armstrong. Nessuno ricorda chi è stato il secondo. Chi ha fatto la prima trasvolata atlantica in solitaria? Charles Lindberg. Nessuno ricorda chi è stato il secondo. Chi ha abbattuto più aerei nemici nella Grande Guerra? Il Barone Rosso. Nessuno ricorda chi è stato il secondo. Attento: questo vale anche nel campo della ristorazione.

Capisci in che paradosso si stanno mettendo tutti i ristoratori che vogliono avere successo copiando l’idea e il ristorante dei concorrenti? Invece di promuovere il proprio locale, finiscono per fare pubblicità gratuita (in gergo tecnico si parla di “rafforzare il posizionamento”) a quello del concorrente. Che ringrazia.

Pensandoci bene, nello specifico, quando si copia un locale che funziona possono succedere tre cose:

 

  • Il locale che funziona è un locale storico o comunque molto conosciuto. In questo caso le brutte copie non fanno altro che fare pubblicità indiretta al ristorante che ha avuto l’idea originaria;
  • A copiarsi a vicenda sono i ristoranti nuovi, che non hanno ancora una propria nicchia di clientela definita. In questo caso, il pericolo è che le persone non riescano a capire chi ha copiato chi, con il rischio concreto di non riuscire a trovarsi a proprio agio in nessuno dei due ristoranti;
  • Si copiano locali che si trovano all’estero o a distanza di sicurezza. Questa sembrerebbe la situazione più sicura: chi vuoi che si accorga se hai copiato di sana pianta l’arredo di un carinissimo ristorante di Budapest? Certo, puoi farla franca per anni, ma mettiti nei panni di un cliente che, del tutto casualmente, finisce nel ristorante da cui hai preso più di uno spunto. L’effetto déjà vu è assicurato e, stanne certo, non avrà una sensazione piacevole.
    D’altro canto, oggi come oggi lo sai anche tu: il mondo è diventato più piccolo e il rischio di essere scoperti c’è. Per esempio, un mio amico pasticcere aveva copiato di sana pianta una pasticceria di New York. Perfino il nome era lo stesso o quasi. Gli Americani se ne sono però accorti, dopo circa un anno, e gli hanno fatto scrivere dagli avvocati. Una situazione spiacevole che ha costretto il mio amico a cambiare il nome del locale e rivedere anche altre situazioni.

 

Il mio consiglio è pertanto quello di stare sempre alla larga dalla tentazione di copiare questo o quel ristorante. Non dico che non devi mantenerti aggiornato sulle novità, tutt’altro. Devi sempre tenere gli occhi ben aperti e guardare quello che succede fuori dalla tua porta, ma devi essere altrettanto bravo a far entrare nel tuo locale solo le idee che possono far bene all’attività.

Non devi copiare di sana pianta le soluzioni studiate da altri, ma di certo puoi prendere spunto da un’idea altrui, a patto di adattarla alla tua realtà. In fondo, quello che dovresti fare è assicurarti che l’arredo, il menu e l’ambiente siano capaci di esprimere la personalità del tuo ristorante. E da che mondo è mondo, la personalità è qualcosa di unico, che non puoi copiare dagli altri e che gli altri non ti possono copiare.

 

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ristorante di successoGianni Simoncello, fondatore di AQuachiara, esperto di business nel settore della ristorazione.

Classe 1960, sposato con una figlia, da sempre appassionato di cucina e ristorazione, da 35 anni nel mondo delle vendite e del marketing, inizia a occuparsi di acqua filtrata nel 1992.

Nel 2002 fonda AQuachiara. In pochi anni, la società diventa il punto di riferimento in Italia e in Europa per le acque filtrate da bere specifiche per Ho.Re.Ca.

AQuachiara è oggi l’unica realtà nel settore food che propone un’acqua ultrafiltrata “microbiologicamente pura al 100%“, grazie alla tecnologia brevettata “100% Bacteria Remover”.

Nel suo blog, Gianni condivide con te lettore la sua esperienza di oltre 20 anni nell’Ho.Re.Ca. Si tratta di preziose indicazioni su come fare business, consigli di marketing e suggerimenti per trovare nuovi clienti e aumentare il fatturato in modo costante. Come per esempio questo post sul fatto che un ristoratore non dovrebbe mai copiare un ristorante concorrente di successo, ma continuare a insistere sull’identità del proprio locale.

Se vuoi davvero avere la fila fuori dal tuo ristorante, questo è il blog che devi seguire!

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