31 Mag Come accogliere i turisti stranieri al ristorante?

accoglienza turista stranieroPer fortuna, dei ristoratori e non solo, l’Italia attrae sempre tanti turisti. Non solo nei mesi estivi e non solo nelle località più famose. Anche i borghi e i piccoli paesini attraggono un buon numero di turisti stranieri, certo si tratta di un turismo diverso da quello che troviamo nella costiera romagnola o nelle grandi città d’arte.

Però ci sono dei punti in comune tra i viaggiatori che preferiscono un turismo lento e quelli che amano i posti più affollati. Uno di questi è la ricerca del buon cibo italiano, quello servito in ristoranti autentici e non quel cibo spazzatura a basso costo che (troppo spesso) viene spacciato per tipico. E invece è cucinato apposta per fregare i turisti più sprovveduti.

Nelle nostre strade ogni giorno ci sono migliaia di visitatori stranieri che non aspettano altro che sedersi a tavola e godere dei piatti della cultura gastronomica del posto. Allo stesso tempo, ogni giorno ci sono migliaia di ristoratori che non se ne accorgono o che sbagliato tutto quello che possono sbagliare nel rapporto con i turisti esteri.

Purtroppo, chi lavora nella ristorazione spesso ignora come accogliere un turista che non è italiano. Il primo errore che vedo fare è non capire che l’accoglienza inizia ben prima che i clienti arrivino alla porta. Prima ancora di capire come trattare i turisti, preoccupiamoci di farci trovare anche da questa fetta di clientela. Specialmente i ristoranti che si trovano in una località turistica devono essere visibili, soprattutto online. Te l’ho ripetuto fino alla nausea, ma lo ribadisco ancora una volta: oggi le persone prima di acquistare qualsiasi cosa fanno una ricerca su Internet, anche quando si tratta di una semplice pizza.

A maggior ragione, quando le persone stanno programmando una vacanza cercano informazioni e consigli su cosa vedere e dove mangiare. Secondo te, quale sceglieranno tra un ristorante che ha un sito curato e ottime recensioni e uno irrintracciabile su Google? (E questo, detto inter nos, vale anche per attirare la clientela italiana).

Accertati allora di avere un sito web aggiornato e disponibile almeno in versione inglese. Se poi la località in cui ti trovi è frequentata spesso da turisti di altre nazionalità, puoi pensare di tradurre il sito anche in altre lingue. Già con un sito chiaro e comprensibile anche da non Italiani, hai spianato la strada ai tuoi possibili clienti. Non serve fare chissà che cosa, va benissimo anche un sito minimale, basta che si adatti agli schermi dei cellulari e che abbia chiare informazioni di contatto: numero di telefono, indirizzo email e mappa con indicazioni per arrivare.

Un altro posto da frequentare è TripAdvisor: non puoi esimerti. Te ne ho già parlato qualche tempo fa e ti invito di nuovo, se non l’hai già fatto, a registrarti al portale. Le persone vanno lì per leggere le recensioni di chi è già venuto a mangiare da te e si fanno in anticipo un’idea del tuo ristorante. Cura la tua immagine, con foto di qualità, con un chiaro elenco dei servizi e mostrandoti cortese e competente. Ancora una volta, tra un ristorante che ha ricevuto ottime recensioni da clienti stranieri per il cibo, l’accoglienza e la gentilezza del personale e un ristorante che ha ricevuto “un brutto voto” dai turisti perché era impossibile comunicare con il personale, quale ha più chance di convincere chi arriva dall’estero?

È probabile non ci abbia mai pensato, ma curare la tua immagine online è un modo di presentarti al pubblico, anche quello straniero, che può fare la differenza per i tuoi conti.

Veniamo adesso all’accoglienza vera e propria. Hai previsto un menu per la clientela non italiana? Intendo un menu ben fatto, non uno di quegli obbrobri con traduzioni maccheroniche in inglese che fanno saltare i clienti sulla sedia. Non cercare di risparmiare usando un traduttore automatico o facendolo tradurre al cameriere che si è diplomato lo scorso anno. Affida la traduzione a un professionista, anche se i clienti stranieri sono pochi.

 

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Il tuo compito come ristoratore è quello di far sentire la clientela come a casa propria e forse anche meglio. Spero che siamo d’accordo su questo punto. Quale miglior modo di farli sentire a proprio agio se non parlando perfettamente la loro lingua o comunque facendo il possibile per ridurre gli ostacoli comunicativi?

Parlando con alcuni ristoratori ho scoperto che fanno una traduzione “fatta in casa” del menu per paura di dover spendere troppo ogni volta che cambia qualche portata. Come se il menu cambiasse a ogni servizio… Anche se così fosse, puoi sempre decidere di creare un menu in lingua che spieghi brevemente la tua filosofia, il tipo di cucina e un elenco dei piatti che più rappresentano il ristorante, con due righe di spiegazione sulle origini e sugli ingredienti. Così, anche il turista che proviene dalla località più sperduta del mondo potrà capire cosa gli arriverà nel piatto. Il resto dell’offerta può essere presentato a voce, di volta in volta dai camerieri.

A contare ancora di più del menu sono infatti l’esperienza e la professionalità del personale di sala. Il personale deve parlare in modo fluente inglese e preferibilmente almeno un’altra lingua straniera aggiuntive, a seconda del turismo che convolge la località dove hai aperto. Non è concepibile, nel 2017, avere un personale che parla solo un inglese stentato. I camerieri e il responsabile di sala devono essere in grado di accogliere i clienti stranieri, di farli accomodare e di spiegare il menu, anche suggerendo gli eventuali vini da abbinare alle diverse portate.

Accogliere i turisti stranieri con gentilezza e attivarsi per servirli al meglio è il minimo che puoi fare, se vuoi rimanere sul mercato e se vuoi un ristorante sempre pieno. Prenditi cura dei tuoi clienti dentro e fuori dal ristorante, dimostra di capire le loro esigenze e vedrai che i risultati ti ripagheranno.

 

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turisti stranieri accogliereGianni Simoncello, fondatore di AQuachiara, esperto di business nel settore della ristorazione.
Classe 1960, sposato con una figlia, da sempre appassionato di cucina e ristorazione, da 35 anni nel mondo delle vendite e del marketing, inizia a occuparsi di acqua filtrata nel 1992.
Nel 2002 fonda AQuachiara. In pochi anni, la società diventa il punto di riferimento in Italia e in Europa per le acque filtrate da bere specifiche per Ho.Re.Ca.
AQuachiara è oggi l’unica realtà nel settore food che propone un’acqua ultrafiltrata “microbiologicamente pura al 100%“, grazie alla tecnologia brevettata “100% Bacteria Remover”.

Nel suo blog, Gianni condivide con te lettore la sua esperienza di oltre 20 anni nell’Ho.Re.Ca. Si tratta di preziose indicazioni su come fare business, consigli di marketing e suggerimenti per trovare nuovi clienti e aumentare il fatturato in modo costante. Come per esempio questo post, che dà consigli a tutti i ristoratori su come accogliere nei propri locali i turisti stranieri.
Se vuoi davvero avere la fila fuori dal tuo ristorante, questo è il blog che devi seguire!

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